sabato 28 gennaio 2012

Tecniche ludico-animative

Ecco una lista di tipologie di tecniche e attività di gioco e animazione per favorire l'acquisizione e/o il potenziamento di alcune abilità e competenze.

Tecniche di interazione: favoriscono l'instaurarsi di relazioni positive tra i membri del gruppo di animazione, hanno come obiettivo la conoscenza reciproca, il miglioramento del clima e lo sviluppo dell'interdipendenza.
Si tratta di giochi di conoscenza e di relazione, giochi non competitivi, brainstorming, analisi di caso.

Tecniche di training: sono tecniche di "addestramento" che sviluppano competenze attraverso l'esercizio simulato in percorsi ricorsivi, hanno come obiettivo: migliorare l'affermazione di sé, controllo dell'aggressività, riconoscere la soggettività e la diversità dagli altri, gestire l'organizzazione, gestire conflitti, educare ai rapporti interpersonali.
Sono attività di role play (giochi di ruolo), brainstorming, drammatizzazione, discussione, teatro, psicodramma.

Giochi di comunicazione: comprendono la comunicazione verbale e non verbale ed hanno l'obiettivo di sviluppare competenze comunicative attraverso lo scambio interpersonale.
Le tecniche sono giochi di comunicazione verbale, giochi corporei, storytelling, scrittura creativa.

Gaming simulation: favoriscono la valutazione degli effetti di decisioni (simulation) prese attraverso l'assunzione di ruoli (role) sottoposti a regole (game).
L'obiettivo è comprendere il comportamento del sistema e valutare scelte e strategie per operare sul sistema (problem solving).
Si tratta di attività di role play, giochi di simulazione, analisi di caso, tecnica dell'acquario.

Tecniche di partecipazione espressiva: si riferiscono ad una vasta gamma di attività espressive e ludiche, strutturate e non strutturate con l'obiettivo di favorire il coinvolgimento e la partecipazione dei soggetti.
Sono giochi organizzati, giochi liberi, giochi di squadra, teatro delle ombre, teatro dei burattini, drammatizzazione di storie, canto, danza, mimo.

Tecniche narrative: utilizzano tutti i linguaggi per sviluppare competenze elaborative-interpretative di realtà effettive e/o virtuali.
Si tratta di attività di lettura animata, storytelling, digital storytelling, foto-story, produzione video, scrittura creativa, autobiografie.

Tecniche di drammatizzazione: sono attività di rappresentazione narrativa rielaborate personalmente con lo scopo di trasformazione di un contenuto, un'esperienza, un vissuto in azione scenica.
Le attività sono: recitazione con copione, drammatizzazione libera, tecniche del teatro, role play, animazione di storie.

Giochi per sviluppare cooperazione: potenziare la crescita della persona entro un contesto di gruppo formativo, non terapeutico, in funzione di socioabilità con gli obiettivi di costruzione di un positivo clima di relazioni, sviluppo della motivazione alla cooperazione e propedeuticità al lavoro di gruppo.
Sono giochi di questo tipo i giochi collaborativi, giochi di squadra, giochi a incastro, giochi non competitivi, giochi di gruppo di problem solving, scrittura collaborativa.

Tecniche multimediali: utilizzano strumenti multimediali nella prassi animativa con l'obiettivo di comunicare in differita, educazione ai media, comunicazione con la pluralità dei linguaggi.
Si tratta di laboratori mediali (fotografia, fumetto, cinema), videogiochi, scrittura collaborativa con il computer.
A mio avviso tutte queste tecniche e giochi sono utili per sviluppare alcune abilità, sia nei bambini sia in adulti, ma la condizione necessaria perché questo avvenga è una corretta flessibilità e competenza nella conduzione di queste attività.
Viene messa "in gioco" l'abilità dell'educatore nel saper gestire queste situazioni, nel formare gruppi equilibrati nei quali ciascun individuo si senta parte dell'insieme e allo stesso tempo abbia una propria individualità che riesce a esternare per migliorare e potenziare la comunicazione verbale e non verbale, le relazioni sociali, l'assumere altri punti di vista e tutti gli obiettivi che queste tecniche animative si prefiggono.

venerdì 27 gennaio 2012



"Sono stato educato all'immaginazione, 
ho viaggiato dandole sempre la mano,
ho amato, ho odiato, ho parlato, ho pensato
sempre per questo, e tutti giorni hanno questa finestra
davanti, e tutte le ore sembrano mie in questa maniera."
(Fernando Pessoa, Una sola moltitudine)

giovedì 19 gennaio 2012

I livelli del gioco simbolico

Il gioco simbolico è l'evoluzione che consente di giocare "facendo finta di", utilizzando gli oggetti e le situazioni in modo diverso dalla realtà (come se fossero qualcos altro) e ricoprendo anche ruoli diversi.

Può trattarsi di gioco libero del bambino che modifica la realtà e l'utilizzo degli oggetti in totale libertà creativa, tuttavia può essere utile il supporto dell'educatrice per stimolare e potenziare questa modalità di gioco e dimostrare al bambino come semplici oggetti della quotidianità possono diventare, nel gioco, qualsiasi cosa (es: scopa usata come cavallo).
Altre attività per lo stimolo al gioco simbolico sono i giochi di ruolo e i teatrini che permettono al bambino di "mettersi in gioco", vestire i panni di qualcun altro e attivare i primi tentativi di cambio di punto di vista.
Al nido è necessario predisporre angoli e materiali per lo sviluppo del gioco simbolico, per esempio cucina (vedi foto), negozio, oggetti della realtà quotidiana, vestiti ecc.

Il gioco simbolico è caratterizzato da cinque livelli:
  1. Schemi presimbolici: gli oggetti vengono utilizzati in modo appropriato, ma fuori dal contesto normale.
  2. Schemi autosimbolici: l'atteggiamento del bambino nei confronti della realtà è già modificato, esiste differenziazione mentale tra ciò che è letterale e ciò che è per finta.
  3. Gioco simbolico decentrato: nella forma più avanzata i destinatari del gioco divengono attivi insieme al bambino.
  4. Gioco simbolico combinatorio: riconosciemnto delle diverse componenti che costituiscono una sequenza di azioni.
  5. Gioco simbolico gerarchico: l'attività di finzione è regolata da un processo mentale autonomo.
Dopo i due anni d'età, il gioco simbolico evolve nel gioco di fantasia con caratteristiche di gioco sociale, gioco per l'apprendimento e con competenze di metacomunicazione.

martedì 17 gennaio 2012

Gioco simbolico di gruppo


Questo video presenta un esempio di gioco simbolico di gruppo...

Evoluzione del gioco



Ieri ho anticipato i tre momenti in cui si articola il gioco. Secondo la psicologia dello sviluppo il gioco, attraverso il potenziamento, raggiunge diverse tappe di evoluzione.

Le tre fasi evolutive del gioco sono: il gioco di manipolazione che a partire dal riflesso circolare terziario (le azioni rivolte verso il proprio corpo, es: giocare con le proprie mani) evolve intorno ai 6 mesi nella manipolazione degli oggetti. Dai 6 ai 12 mesi la manipolazione è dominante ma ancora non ha un vero e proprio scopo esplorativo, bensì colleziona informazioni sensoriali percettive sugli elementi manipolati.
In questa fase è importante l'esposizione ai diversi tipi di elementi da far manipolare ed è necessario guidare, potenziare la capacità di esplorare con obiettivo. L'educatore deve ampliare progressivamente la capacità di esplorare le caratteristiche prima percettive e poi funzionali degli oggetti.

Il gioco di funzione evolve dal gioco di manipolazione quando il bambino riconosce oltre alle proprietà sensoriali anche quelle funzionali (es: il cucchiaio per mangiare, il cappello da indossare).
Tra l'anno e l'anno e mezzo, il gioco di funzione consente di completare l'esplorazione delle proprietà funzionali e sensoriali degli oggetti. Fondamentale per l'educatore è guidare e potenziare tale esplorazione (es: con una bottiglia ruotarla, spingerla a terra, rovesciarla, scuoterla e poi far fare al bambino).
Per l'educatore è fondamentale permettere al bambino di integrare tutti i canali: suono, tatto, funzione...fino a quando il bambino li riconosce, li sceglie e li usa autonomamente.

Per ulteriori informazioni sul gioco di manipolazione potete visitare il sito http://infanzia.biz/...e.../i-giochi-di-manipolazione.html

Secondo me è estremamente importante per un'educatrice di asilo nido conoscere i diversi tipi di gioco che fanno riferimento a diversi livelli dello sviluppo infantile, ad abilità già acquisite dal bambino o ancora da acquisire, per predisporre materiale e strutturare attività adeguate...per poter potenziare e facilitare il bambino al raggiungimento del livello successivo di sviluppo (e di conseguenza di gioco) e intervenire nel caso di ritardi e difficoltà. Il gioco è un importantissimo strumento di valutazione dello sviluppo infantile, oltre che uno strumento attraverso cui relazionarsi con l'altro.

lunedì 16 gennaio 2012

Gioco e Pensiero simbolico


Come vi ho anticipato, il gioco simbolico si presenta nel momento in cui il bambino è in grado di rappresentarsi mentalmente l'oggetto. Tale capacità corrisponde allo stadio del pensiero simbolico, fase che si sviluppa tra i 18 e 36 mesi. In questo stadio il pensiero simbolico permette al bambino di utilizzare, per risolvere piccoli problemi quotidiani (per esempio: raggiungere una palla usando un bastone che non è presente e il bambino va a prendere in un'altra stanza), le rappresentazioni di oggetti non presenti e di azioni non ancora effettivamente compiute (nel nostro esempio: il bambino ha già "nella mente" il bastone quando decide di andare a prenderlo, anche se non lo vede ed ha già anticipato a livello mentale l'azione di avvicinare a sé la palla per mezzo del bastone).

Il bambino può trovare la soluzione di un problema con un atto di invenzione.

La manifestazione del gioco simbolico non è immediata: vi è una prima fase, che emerge nello stadio precedente (stadio del pensiero senso-motorio) in cui il gioco è prevalentemente di manipolazione, ossia il bambino cerca di capire come è fatto l'oggetto; la fase successiva non è ancora simbolica ma di funzione: il bambino utilizza l'oggetto per la funzione che assume nella realtà (ad esempio usa un cucchiaio per dar da mangiare al pupazzo). Il passo seguente è simbolico: egli utilizza l'oggetto assegnandoli un significato diverso da quello reale (il cucchiaio diviene un aereo con cui giocare).

E' importante che si predisponga di materiale ricco di opportunità diversificate di esercizio, per consentire al bambino giochi di finzione, di identificazione e di immaginazione.

domenica 15 gennaio 2012

Freud e il Pensiero Simbolico nel Gioco

Ciao a tutti.. vi ricordate la citazione di Freud che ho pubblicato qualche mese fa? A mio avviso riassume perfettamente il significato del pensiero simbolico nel suo manifestarsi nel gioco. Infatti, la paradossalità del gioco sta nell'intreccio tra finzione e realtà, un'oscillazione tra vero e falso, reale e irreale, che fa del gioco un territorio di confine (A. Bondioli), tra dentro ( REALTA' SOGGETTIVA) e fuori ( MONDO COLORATO), ossia tra derideri e mondo degli oggetti tangibili, che si possono vedere e toccare. Il gioco instaura una zona intermedia tra interno ed esterno, in cui il bambino deve essere accompagnato educativamente, affinchè riconosca aspetti reali da quelli immaginari, cosicchè il suo pensiero evolva dalle fallaci di ragionamento. 

Esempi di gioco sembolico


Questo video evidenzia come si manifesta il pensiero simbolico nel gioco..